Vittima e carnefice: come riconoscere il Gioco delle Ombre interiori.
- manarshakti
- 14 mag
- Tempo di lettura: 2 min

Nel nostro viaggio interiore, spesso incontriamo due forze archetipiche: la Vittima e il Carnefice.
Riconoscere il Gioco delle Ombre interiori è il primo passo per trasformare il dolore in consapevolezza e riappropriarci del nostro potere.
La danza tra Vittima e Carnefice nella psiche
Jung, grande psichiatra e antropologo, ci ha insegnato che ciò che non portiamo alla coscienza ci torna come destino.
Così la Vittima e il Carnefice diventano ruoli che interpretiamo, senza accorgercene, guidati da fili invisibili: ferite antiche, bisogni rimossi, potere represso.
Ombra della Vittima: identità nel dolore, dipendenza e manipolazione
La VITTIMA è la parte di noi che ha sofferto, che è stata ignorata, abusata, tradita.
Vive nel corpo, nel pianto non ascoltato dell’infanzia, nella voce che non ha potuto dire “no”.
Ma la sua ombra è sottile: può usare il dolore come identità, la debolezza come manipolazione, la dipendenza come scudo.
È l’ombra dell’impotenza che si fa linguaggio, e che cerca salvezza fuori.
Ombra del Carnefice: controllo, chiusura e dolore represso
Il CARNEFICE è la forza che si è indurita per sopravvivere.
È l’Io che ha deciso che, per non essere schiacciato, avrebbe schiacciato.
È l’archetipo del controllo, della superiorità, della negazione del sentire.
Ma la sua ombra è profonda: è colui che ferisce perché non sa amare.
È l’energia del dolore che, non sapendo come guarire, colpisce.
Verso l’integrazione: né vittime né carnefici, ma anime in trasformazione
Jung ci dice che “chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si sveglia.”
Guardare dentro significa smettere di cercare il colpevole fuori.
Significa avere il coraggio di vedere dove, nel nostro inconscio, abita la Vittima che si compiace del suo dolore.
E dove vive il Carnefice che giudica, che chiude il cuore, che si vendica anche solo con un silenzio.
Nel lavoro interiore, non si tratta di scegliere da che parte stare.
Si tratta di riconoscere che siamo entrambi.
La guarigione non è nel rifiutare queste parti, ma nel portarle alla luce.
Nel dare parola alla ferita.
Nel sciogliere la corazza.
Nel trasformare il dolore in compassione.
Solo allora la Vittima si fa Guaritrice.
Solo allora il Carnefice si fa Protettore.
Solo allora l’Amore può fiorire in un’anima integra, che non ha più bisogno di recitare ruoli per esistere.
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🌹 “Abbiate sempre il coraggio di evolvere e di guardare oltre.”
(Manar Shakti) 🌹
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